UN VIAGGIO COSTELLATIVO NEL NOSTRO PASSATO: LA GENEALOGIA DELL’ESISTENZA

Scritto da Dario Urzi il 10 ott., 2010, su Corsi e Percorsi

6 e 7 NOVEMBRE 2010 in Contrada Tezzetta a RECOARO TERME

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Dopo la Cerimonia della Capanna del Sudore, qui sopra descritta, nella serata del 06 Novembre 2010, quando tutti saremo usciti dal Temazcal e ci saranno lavati, vestiti con abiti comodi e avremo cenato, ci raccoglieremo nella grande sala comune e ci faremo accompagnare in un viaggio verso le nostre origini dalla narrazione di mito antico.

Il mattino seguente, subito dopo la colazione che prenderemo tutti insieme alle 8,00 precise, svolgeremo la MEDITAZIONE DEL CUORE. Subito dopo ci sarà un primo momento di condivisione. Alle 9,30 del 7 Novembre 2010 avrà inizio l’esperienza collettiva di lavoro costellativo sulla GENEALOGIA DELL’ESISTENZA (qui di seguito descritta).

 ”Ogni giorno noi usiamo forze immense come i dormienti. Ciò che facciamo e pensiamo è colmo dell’essere dei nostri padri e dei nostri avi”. (W. Benjamin)

E’ del tutto normale che i nostri genitori abbiano proiettato su di noi i loro desideri e le loro paure, i loro valori e le loro aspettative, chiedendoci di fatto, anche solo con l’esempio del loro agire e del loro stile di vita, non solo di comportarci in un certo modo ma di “essere” in un certo modo. Ed è altrettanto normale che noi, piccoli bimbi bisognosi d’amore, di accettazione e di senso di appartenenza alla nostra famiglia, ci siamo in qualche modo adeguati a quelle richieste caricando sulle nostre fragili spalle quel pesante fardello di aspettative e di taciti accordi che per tanti anni, se non per tutta la nostra vita, porteremo inconsapevolmente con noi.

Ed è proprio la presenza di questa pesante ma sempre viva ed inconsapevole eredità che ci lega ad una sorta di “progetto parentale genealogico”, che il senso comune chiama impropriamente “destino”…..

Tale “progetto parentale genealogico” è molto antico e deriva essenzialmente dal fatto che anche i nostri genitori sono stati a loro volta condizionati dai loro genitori e da molte altre persone della loro famiglia, giungendo talora ad identificarsi con una di queste figure parentali (come ad esempio nel caso di uno dei nostri nonni, o di un fratello o una sorella morti prematuramente) talora ereditandone anche il nome. Tutto questo, sia nel bene che nel male, ha generato un’ininterrotta catena di accordi, di complicità e di vincoli di appartenenza al grande albero della nostra genealogia, una catena che giunge inalterata sino a noi legando e condizionando in modo determinante il corso della nostra vita. Seguendo, assecondando e addirittura favorendo in modo inconscio il perpetuarsi di questo antico progetto parentale genealogico contribuiamo inevitabilmente a mantenerlo in vita trasmettendolo ai nostri figli.

La maggior parte delle nostre difficoltà e dei nostri conflitti sono pertanto figli naturali delle difficoltà e dei conflitti che abbiamo ereditato dai nostri genitori e dai nostri avi. Ma sino a che non raggiungiamo una visione consapevole delle modalità specifiche in cui tutto ciò si manifesta nel corso della nostra esistenza continueremo non solo a mantenerli sempre vivi e presenti ma anche a mantenerci lontani dal nostro centro, dal nostro “sé essenziale”, da noi stessi. Esplorando lo spazio del nostro albero genealogico e del nostro inconscio familiare potremo scoprire come e perché la vita dei nostri genitori, dei nostri nonni e dei nostri avi abbia così grande risonanza o coincidenza con i nostri conflitti e i nostri problemi di tutti i giorni. Se un albero si riconosce anche dal suo frutto, se i nostri problemi, i nostri conflitti mai risolti, il nostro star male sono una manifestazione di un’antica malattia del nostro albero genealogico, non è possibile pensare di fare qualcosa per risolverli senza conoscere, curare e guarire il nostro albero. Non si tratta di tagliarne i rami o le radici né tantomeno di sradicarlo. Si tratta invece di vedere i fatti e gli avvenimenti della nostra vita a partire dalle dinamiche da cui hanno avuto origine e che ne inducono l’eterno ritorno. Per comprendere appieno il nostro presente ed il suo senso dobbiamo pertanto essere disposti ad andare a fondo nell’esplorazione del nostro albero e del suo passato, perché non vi è nulla che possa essere davvero conosciuto e compreso se non a partire dalla sua genesi. Nel rispetto delle dinamiche antiche a cui siamo da tanto tempo legati potremo così liberarci dall’ineluttabilità dell’eterno ritorno e, riconciliandoci e riappacificandoci con tutto ciò che è stato, lasciar finalmente andare quanto più non ci appartiene nella più armoniosa e rispettosa espressione del nostro autentico essere.

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2 commenti:
  1. michele pinamonti - cles - TN

    Le difficoltà piccole e grandi della mia vita come di tutti, le ansie e le nebbie che impediscono la luce hanno certo più senso in quanto frutto delle vite che mi (ci) hanno preceduto. Forse IO non sono altro che l’ultimo anello di una catena perfetta….La ricerca e la scoperta di me stesso oggi sono più ricche grazie alla scoperta di SENZA TENSIONE che spero di avvicinare presto

  2. Dario Urzi

    Grazie Michele per le tue parole così profonde, intense e accorate. Penso che non siamo l’ultimo anello di quella catena perfetta che ci collega al passato delle nostre più antiche radici e che si allunga senza fine nel futuro; credo che ciascuno di noi non sia altro che una piccola goccia d’acqua nel mare dell’infinito della vita, una piccola goccia fatta della stessa acqua di cui è costituita qualsiasi altra goccia di quello stesso mare immenso.
    Credo davvero che in ciascuno di noi, meravigliosamente e in modo unico e irripetibile, si manifesti la magia del tutto.
    Spero che tu possa essere con noi il 19 Marzo 2011 dalle ore 15,00 alle ore 19,00 al Centro Kore di Lonigo (puoi vedere il programma dei seminari sul sito degli amici e compagni di viaggio del Centro Kore di Lonigo: http://WWW.CENTROKORE.IT) per gli incontri di Genealogia dell’esistenza che condurrò insieme a mia moglie Nadia.
    A presto, un abbraccio, Dario.

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