Imparare ad aprirci alle emozioni

Scritto da admin il 23 ago., 2009, su GOOD LIFE LAB

Quando una porta della felicità si chiude, se ne apre un’altra. Spesso però, guardiamo solo la porta che si è chiusa e non riusciamo a vedere quella che si è aperta per noi. (Helen Keller)

E’ facile essere aperti alle cose che ci piacciono e che ci fanno star bene, più difficile è restare aperti alle cose che non ci piacciono e che ci fanno star male.

Aprirsi significa accettare tutto quello che la vita ci porta, agendo contemporaneamente in direzione del cambiamento positivo.

Rimanendo aperti alle sensazioni, sia positive che negative, creiamo lo spazio per far emergere tutte le vecchie emozioni problematiche. All’inizio potremmo fare resistenza alle vecchie emozioni, una resistenza che deriva dall’avere imparato a bloccare le parti scomode della mente conscia. Potremmo pensare che, bloccando la sensibilità o chiudendo il rubinetto delle emozioni, saremmo in salvo. Fino a un certo punto, la strategia di bloccare le emozioni può anche avere funzionato e probabilmente nell’infanzia ha aiutato molti di noi a sopravvivere a situazioni emotive troppo forti. Ma da adulti, questo blocco non fa che rafforzare le rigide strutture limitanti. Le risposte che ci hanno aiutato a sopravvivere nell’infanzia, da adulti ci impediscono di essere flessibili e presenti.

Lo schema della chiusura diventa così normale che diventa difficile riconoscerlo, ma con la pratica si può imparare a vedere quando ci stiamo chiudendo. Quando prendiamo le cose in modo personale sentiamo il corpo tendersi e irrigidirsi. C’è una sensazione di contrazione, di chiusura. La mente percepisce un giudizio o una disapprovazione e le nostre vecchie convinzioni vanno a colpire il nostro corpo emozionale. Quando non prendiamo un evento o un confronto in modo personale, nel corpo c’è un senso di fluidità.

Rimanendo aperti permettiamo alle vecchie emozioni di attraversarci e di andarsene, invece di ristagnare dentro di noi. Fare resistenza alle vecchie emozioni o sperare che le cose siano in modo diverso da quello che sono, è un modo per chiuderci attorno al nostro dolore. Mettiamo in atto lo stesso comportamento con gli altri. La maggior parte della sofferenza non è causata dall’effettivo dolore emotivo, ma dalla nostra reazione ad esso.

La paura ci tiene intrappolati sotto il peso delle emozioni. Ci fa sprofondare, non ci permette di vedere una via d’uscita e ci chiudiamo. Dobbiamo imparare a nuotare con la corrente: non opporci al suo fluire, ma rimanere consapevoli mentre la corrente ci attraversa. Non dobbiamo lasciare che la paura ci distolga dal nostro compito. La paura è energia. Dobbiamo trasformare la paura in eccitazione, accettandola e lasciandola fluire in qualcosa di nuovo. E cercare, nei momenti fondamentali della vita, di guardare ciò che stiamo facendo da una prospettiva più ampia. Se diamo attenzione solo alla paura, rinunceremo e niente cambierà. Se invece ci apriamo, faremo spazio per il nuovo. Rimaniamo aperti alla paura e lasciamo che essa scorra dentro di noi. Tuffiamoci dentro la paura a cuore aperto, finché la paura se ne andrà.

A volte fa troppa paura lasciar andare un vecchio comportamento, oppure ha ancora qualcosa da insegnarci. Può darsi che non abbiamo ancora l’energia per fare un cambiamento. Aprirsi è un processo graduale. Occorrono pratica e perseveranza. Tutti sappiamo come aprirci, lo facciamo spontaneamente quando ci sentiamo al sicuro. Ma possiamo imparare ad aprirci anche quando non ci sentiamo al sicuro o ci sentiamo minacciati.

Manteniamo viva la consapevolezza e il cuore aperto, e a poco a poco ci condurremo per mano verso un nuovo modo di essere. A volte i risvegli più grandi avvengono nelle situazioni più difficili e ciò che viene a galla può essere shoccante. Ma le situazioni migliori per praticare il rimanere aperti sono appunto quelle in cui ci sentiamo più in pericolo.

Impariamo ad accettare e ad amare tutti gli aspetti di noi stessi. Ogni emozione e ogni reazione ci insegna qualcosa di nuovo. Più l’apertura cresce e più noteremo che la maggior parte delle reazioni emotive non riguardano il presente. Se continuiamo a tenere aperte le porte sul passato scopriremo la vera sorgente del dolore. Quando scopriamo una nostra parte spaventata e confusa, abbracciamola completamente.

A volte occorre scoprire le cause che ci causano dolore. Altre volte questa ricerca è inutile e dobbiamo semplicemente fare spazio perché il cambiamento avvenga.

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