OLTRE IL GIARDINO: serate in movimento per ascoltare il corpo, svuotare la mente e liberare l’anima

Scritto da Dario Urzi il 04 feb., 2010, su Corsi e Percorsi

Continuano le serate del martedì di OLTRE IL GIARDINO per esplorare insieme e condividere nel profondo di noi stessi quel magico spazio che si apre quando ci si ritrova per vedere ed accogliere tutto ciò che la vita ci sta offrendo.

Un benvenuto dal cuore a chi vorrà essere presente, qualcuno per la prima volta, qualcuno ancora una volta, alla prossima serata che  si svolgerà Martedi 30 Marzo 2010, dalle 20,45 alle 23,00, a Brendola (ad 1 km dall’uscita autostradale di Montecchio Maggiore in direzione di Lonigo). 

Nell’incontro del 02 Febbraio abbiamo celebrato insieme l’antico RITO DELLA CANDELORA, che nella cultura celtica veniva chiamata FESTA DI IMBOLC (Imbolc significa “nel grembo, nel ventre della madre”) ed era dedicata alla dea Brigit, protettrice delle donne che stavano per partorire, dei poeti e dei guaritori. A chi si unirà a noi nei prosimi incontri saranno donati un frammento della cera della candela di Brigit ed un pezzo del nastro bianco di Brigit, un potente talismano che, nel corso della lunga notte di Imbolc, la dea generosamente impregna della sua energia di luce e di risveglio e che ciascuno di noi può usare con consapevolezza, giusta misura e gratitudine nei momenti di maggior difficoltà.

Per informazioni telefonate al  3486712914  o scrivete a:  equilibrioepostura@alice.it

OLTRE IL GIARDINO

OLTRE IL GIARDINO

Il giardino è quello della nostra infanzia, dove siamo venuti al mondo e dove sono nati e cresciuti i nostri affetti, le nostre esperienze emotive, i nostri desideri e le nostre certezze. Quel giardino era tutta la nostra vita, un luogo sicuro dove potevamo uscire per giocare, per sfogarci o per trovare rifugio. Chi poteva immaginare che oltre la siepe alta e fitta che lo recingeva potesse esistere un mondo infinitamente più grande, un altro mondo tutto da scoprire. Ancora oggi, per la maggior parte di noi, quella siepe è l’unico limite conosciuto, l’unico confine entro cui ci sentiamo protetti e pensiamo di poter abitare.

Ma, come dice Umberto Galimberti, “se dovessimo calcolare gli sforzi che quotidianamente dobbiamo fare per assomigliare a noi stessi, forse rinunceremmo a quella pseudo-realtà che ci ostiniamo a chiamare Io”. Forse allora scopriremmo di essere capaci di guardare al di là della siepe e di poter muovere i primi passi oltre il giardino.

ASCOLTIAMO IL CORPO
Che cosa ci chiede il nostro corpo e di che cosa ha bisogno? Basta ascoltarlo e avremo subito la risposta. Il suo linguaggio non è quello delle parole ma i suoi messaggi sono chiari e limpidi come l’acqua di fonte. Quando il nostro corpo ci dice o ci chiede qualcosa dobbiamo sempre ascoltarlo perché non parla mai a vanvera, tanto per parlare. Il nostro corpo non mente. Se ci parla è perché ha qualcosa di molto importante da dirci, qualcosa di cui dobbiamo tenere conto subito, nel tempo presente, “nell’adesso”. Per far questo dobbiamo esserci anche noi, nel tempo presente, con la consapevolezza che tutto ciò che sentiamo lo sentiamo con il corpo e tutto ciò che facciamo lo facciamo con il corpo. Ascoltare il corpo significa vivere con pienezza nel presente dando il più ampio spazio alla nostra sensibilità e alla nostra capacità di azione.
Se ci comportiamo in questo modo ci ritroveremo subito in maggior armonia con noi stessi. Diversamente incontreremo solo un avversario, un corpo sempre pronto a metterci il bastone fra le ruote: saremo come due estranei in uno stesso abito.

SVUOTIAMO LA MENTE
Quante volte ci siamo detti “questo non lo faccio perché mi ricorda qualcosa di spiacevole o mi fa provare una brutta sensazione”, oppure “questa cosa non la faccio o in quel posto non ci vado perché ho paura di quello che mi potrebbe succedere”? I nostri pensieri ci possono davvero “possedere”, possono davvero giungere ad avere il potere di renderci schiavi e di soffocare la nostra vita.
Quante volte sentiamo che la nostra testa è troppo piena di pensieri e ci ritroviamo ancora una volta con l’acqua alla gola? Libera la testa, ci dicono, svuota la mente. Certo, sembra facile, ma come si fa a svuotare la mente? Dovremmo forse smettere di pensare? Nulla di tutto questo.
Iniziamo a scoprire come è possibile diradare i nostri pensieri creando uno spazio libero sempre maggiore tra un pensiero e l’altro di modo che la nostra mente possa divenire sempre più limpida e trasparente. Tutto cambia, tutto ci appare nuovo e diverso quando la nostra mente non è più appannata dal filtro opaco dei pensieri.
Quando riusciamo a svuotare o ad alleggerire la nostra mente scopriamo di non essere più posseduti dai nostri pensieri, che pure continuano ad esistere, di non essere più schiavi dei nostri pensieri. Possiamo così incontrare il vastissimo spazio della mente oltre il pensiero dove ci è data la possibilità di usare nel modo più pieno e consapevole la nostra mente evitando che sia la nostra mente ad usare noi.

LIBERIAMO L’ANIMA
La vita del nostro corpo è movimento ed ogni movimento ha un suo ritmo. Senza ritmo il nostro corpo è muto, inespressivo e immobile come una statua di cera. Il ritmo naturale ed autentico dei nostri movimenti è il ritmo del nostro essere e la sua danza è la danza dell’anima.
Nessuno conosce i passi della danza dell’anima, ma tutti noi possiamo scoprire di saperla ballare benissimo. Perché si tratta della danza della nostra anima.
Nella danza dell’anima scopriamo l’oscillazione e il disequilibrio, il libero fluire e l’ininterrotto succedersi dei movimenti in cui ogni gesto sfuma in quello successivo, ogni identità in un’altra che, non appena appare, subito si dissolve per far nascere l’identità successiva. Un rincorrersi senza mai raggiungersi che è poi l’unico modo per trovare davvero noi stessi in un incontro che non è mai definitivo e che può magicamente ripetersi giorno dopo giorno, attimo dopo attimo, in ogni luogo ed in ogni momento della nostra esistenza.
La danza dell’anima, nutrendosi del nostro libero movimento e del suo ritmo originario, ci fa scoprire il nostro essere dando vita alla nostra vita.

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2 commenti:
  1. enrico

    Peccato caro dario che viviamo ad una distanza che non ci permette di confrontarci, avrei partecipato molto volentieri alle tue iniziative.

    Bacio e abbraccio enrico bianchi

  2. francesco

    Il mio corpo insiste col chiedermi di portarlo a giocare col vento e questo mi terrà lontano ancora per un po’. Sempre vicino a te con l’anima. Divertitevi anche per me.
    Buona vita, Francesco.

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