Istruzioni per l’insoddisfazione - come i brutti momenti possono migliorare la nostra vita

Scritto da admin il 11 ago., 2009, su GOOD LIFE LAB

La grazia arriva quando siamo inquieti e addolorati… Qualche volta, in quell’istante, un onda di luce penetra la nostra oscurità, ed è come se una voce dicesse: <<Sei stato accettato>>. Paul Johannes Tillich

L’altro giorno, mentre facevo colazione in pasticceria, non ho potuto a fare a meno di ascoltare una conversazione tra due signore vicine a me. Discutevano di come molte persone oggi non si accontentino di ciò che sono e di ciò che hanno. Vogliono di più; sempre di più.

Ascoltando, ho iniziato a ragionare sullo stesso argomento cercando di comprendere quale fosse il mio pensiero a riguardo.

Personalmente penso che l’insoddisfazione sia uno stato intensamente creativo che ci spinge a realizzare noi stessi e a cercare ciò che desideriamo veramente. Una buona dose di insoddisfazione nella vita ci vuole perché ci rende curiosi e ambiziosi. Ci motiva a cercare nuove strade e a creare nuove realtà. Essere insoddisfatti può essere una benedizione.

Il primo indizio è l’inquietudine
L’insoddisfazione si presenta sotto molte forme e in tutte le occasioni. A un tratto non ti piace più nessuna stanza della tua casa, oppure i vestiti non ti stanno più bene. Sei stufo di fare le stesse cose…
L’insoddisfazione può emergere durante un ingorgo nel traffico, o dopo la telefonata di un amico. Ti può colpire quando meno te l’aspetti, in un momento in cui sei distratto e impreparato, e in una frazione di secondo la tua calma, la pace della mente e il tuo umore si alterano. Non è depressione - non ti senti triste - ma non sei del tutto soddisfatto. Non ti senti a tuo agio. Hai la sensazione che ci sia qualcosa che non va, ma non sai bene cosa sia.

L’insoddisfazione può presentarsi inizialmente in un solo aspetto della nostra vita, facendoci sentire irritati, rendendoci di cattivo umore, fiacchi, disinteressati, addirittura bloccati. Successivamente, se ignorata, può sopraffarci totalmente stabilendosi definitivamente nella nostra routine quotidiana con frasi del tipo “Odio il mio lavoro”, “Mi sento così solo”, “Non riesco ad andare avanti”, facendoci provare amarezza nei confronti della vita e del futuro.

Non importa quanto si creda di essere felici, se stai diventando irrequieto, è molto probabile che ti stai dirigendo verso uno stato di insoddisfazione.

 Ecco alcuni sintomi: 

  • La mattina ci si “trascina” fuori dal letto.
  • Aumenta il consumo di caffè, zucchero, bevande alcoliche e si fanno spesso abbuffate di cibo.
  • Diminuisce l’interesse per i piccoli piaceri.
  • Si guarda troppa TV.
  • Si mette su peso.
  • Si ride di meno - soprattutto di se stessi.
  • Si vedono tutti i bicchieri “mezzi vuoti”.
  • Si cerca l’approvazione da parte di chiunque.
  • Si utilizza spesso il termine “Non è giusto”.
  • Ci si butta giù facilmente.
  • Si buttano giù le altre persone.
  • Spesso ti viene chiesto “Che cosa c’è che non va?”
  • Si ha la sensazione di essere trascurati, incompresi.
  • Ci si sente stanchi, anche quando si ha riposato.
  • Si ha la sensazione che la propria vita sia nelle mani di qualcun altro.
  • Si mente perché si pensa che la verità non sia sufficientemente bella.
  • Si diventa sospettosi nei confronti degli altri.
  • Si diventa di cattivo umore.

Una parte di noi vuole essere sempre scontenta. Ma l’insoddisfazione non è una brutta cosa. Fa parte della natura umana ed è assolutamente funzionale. L’insoddisfazione ci dona la forza di apportare dei cambiamenti, quelli necessari per ritrovare la felicità o l’appagamento nella nostra vita. Per me è stata la forza trainante per la maggior parte dei cambiamenti nella mia vita. E può esserlo anche per te.

Durante le mie esperienze lavorative degli ultimi quindici anni, dove ho fatto ogni genere di lavoro, ho imparato a valutare i desideri, le aspirazioni e le diverse esigenze delle persone, comprese le mie. (Una delle migliori strategie di marketing sta nello scoprire una delle fonti di insoddisfazione dei consumatori e offrire loro una soluzione interessante - ad un certo prezzo).

Ritengo quei quindici anni di esperienza lavorativa come uno dei miei più lunghi periodi di malcontento. All’inizio ero grata di aver trovato il mio primo lavoro. Ma col passare del tempo ho capito che non avevo mai provato nessun autentico entusiasmo per i lavori che facevo e che disprezzavo ciò che stavo facendo e per chi lo stavo facendo. Aggiungici il fatto che ho continuato a farlo per quindici anni…

Ora quando capita l’occasione di parlane ci rido sopra.

A posteriori, ho benedetto ogni momento di queste esperienze. I lavori insoddisfacenti mi hanno dato il primo assaggio di vita reale. Ringrazio il cielo per l’insoddisfazione. Senza di essa, non sarei mai scesa da quel divano per buttarmi fuori nel mondo, dove l’avventura, l’amore e la possibilità di cambiare mi attendevano. Sono grata all’insoddisfazione per avermi fatto sentire annoiata, arrabbiata, trascurata, giù di morale. Senza questi sgradevoli stimoli, non avrei scovato la mia ambizione e le mie passioni. Per questo mi piace paragonare l’insoddisfazione come la sabbia nell’ostrica prima che si trasformi in perla.

Negare
L’insoddisfazione non è qualcosa che si dovrebbe negare. Probabilmente per un po’ di tempo potrai cercare di ignorare i brutti sentimenti associati all’insoddisfazione. Ma quando non riuscirai più a sopportare il tuo disagio, avrai due scelte: o il rifiuto consapevole o l’accettazione attiva. La negazione consapevole ti farà atterrare da qualche parte con tre condizioni: una vita irregolare, la dipendenza, o la depressione. E se si è particolarmente fortunati, di solito, si ottiene una combinazione di tutte e tre queste cose.

Puoi scegliere se avere fiducia e lasciare che tutto fluisca, oppure rimanere bloccato nella paura. Avere fiducia nelle sensazioni che risiedono dentro di noi è la chiave. So che tutto questo può spaventare qualcuno. Tutti abbiamo paura di qualcosa, ma possiamo farcela in ogni caso. 

Il “non agire”
Alcune persone scelgono di non agire. Accumulano rabbia dentro di sé senza farla uscire, rifiutandosi di fare qualcosa per aiutare se stessi.

Il “non agire” si manifesta anche sotto forma di “anestesia, facendo indebolire il corpo, la mente, le emozioni, e lo spirito, pur di non sentire il dolore del malcontento. Ci sono molti modi per anestetizzare, come ad esempio euforizzarsi con gli alcolici o utilizzare droghe, o ancora abbuffarsi di cibo. E’ un modo per rimanere indifferente ai tuoi sentimenti, ma più diventi insensibile, più i tuoi sentimenti dovranno lottare per venire in superficie e più farai fatica a nasconderli. E ‘un circolo vizioso che finisce col danneggiare il tuo corpo. Questo è davvero un triste espediente. 

In conclusione
Ti invito ad accogliere gli impulsi interiori dell’insoddisfazione che affiorano nella tua mente, come se fossero dei graditi ospiti.

Ascolta quotidianamente l’insoddisfazione quando si presenta nella tua vita. 

Mente fai la tua corsa contro il tempo, le commissioni, il lavoro, la famiglia, prenditi un momento per prestare attenzione ai tuoi sentimenti vitali. Prendi nota di quello che ti sta succedendo. Invece di ignorare o bandire l’insoddisfazione, chiedi alla parte intuitiva di te stesso: <<Perché la mente mi spinge verso questa direzione?>>. Impara a dialogare con te stesso, a confidare nel tuo intuito e a scoprire la sua affettuosa presenza e la sua preziosa collaborazione con la tua mente. Essa sta cercando di dirci qualcosa che abbiamo bisogno di ascoltare.

Quando dentro di te c’è un forte desiderio di esprimere o creare qualcosa, sappi che proviene dall’insoddisfazione. Il tuo desiderio è la tua chiamata - e non importa di cosa si tratti, se lo segui, sarai guidato, protetto e il successo sarà assicurato.

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